Il DOI è un identificatore che permette di associare i metadati a un contenuto digitale. Le principali agenzie di registrazione del DOI si differenziano non solo per i servizi prestati e per le tariffe di registrazione applicate, ma soprattutto per le regole di registrazione; ci sembra utile elencare le principali differenze, insieme ad alcune curiosità.
DATACITE
http://schema.datacite.org/meta/kernel-3/index.html
Lo schema dei metadati di Datacite è pensato per l’identificazione di una risorsa digitale allo scopo della citazione e della rintracciabilità; l’oggetto di identificazione è il “dataset” inteso non necessariamente come un insieme di dati numerici, ma nell’accezione più ampia del risultato di una ricerca. In questo senso, quando andrete a selezionare in Datacite il tipo di contenuto inserito, ricordate che articoli, libri e report vengono considerati dataset!
Il formato utilizzato è XML Dublin Core; le varie proprietà dei metadati seguono tre diversi livelli di obbligatorietà: obbligatori, raccomandati, opzionali.
Questo profilo di metadati si caratterizza come il “più leggero”, ovvero richiede il numero minimo di campi obbligatori, e in generale le regole di riempimento sono meno vincolanti, per cui la gestione risulta semplificata. Tuttavia, chi vuole beneficiare al massimo delle opportunità fornite dagli aggregatori per dare il massimo della visibilità alla risorsa deve considerare di compilare non solo la parte obbligatoria, ma anche quella raccomandata. Dunque il carico di lavoro è analogo alla fine a quello necessario per gestire gli altri profili.
http://schema.datacite.org/meta/kernel-3/doc/DataCite-MetadataKernel_v3.1.pdf
CROSSREF
http://help.crossref.org/deposit_schema
L’infrastruttura gestita dall’associazione degli editori accademici è diventata di fatto il network principale che gestisce la rete delle citazioni; lo schema dei metadati adottato per il deposito del DOI è stato costruito proprio pensando a questo scopo. Il tracciato XML scelto da CrossRef è quindi particolarmente curato e approfondito per quanto riguarda la parte delle referenze bibliografiche.
Sono previsti anche in questo caso tre livelli di obbligatorietà (richiesti, raccomandati, opzionali) e la quantità di dati obbligatori è decisamente superiore rispetto a Datacite. Un aspetto poco noto è che CrossRef non ammette la registrazioni di versioni Preprint degli articoli (la versione appena submitted dell’articolo), ma solamente di materiali nella versione definitiva (accepted o published).
http://www.crossref.org/help/schema_doc/4.3.7/4.3.7.html
MEDRA
https://www.medra.org/it/schema.htm
Lo schema dei metadati adottato da Medra segue la sintassi ONIX; proviene dall’ambito del commercio elettronico del settore librario e periodico, dunque ne eredita la natura spiccatamente commerciale. Di recente è stato raggiunto un accordo con CrossRef per garantire uno scambio reciproco di informazioni: sta a chi registra optare o meno per questa opportunità, che tra l’altro incide anche sui costi di registrazione.
Per chi opta per il dialogo con CrossRef, alla fine, il carico di lavoro di gestione dei metadati è del tutto equivalente a quello necessario per gestire i metadati in CrossRef, in particolare perché risulta obbligatorio inserire correttamente tutte le citazioni bibliografiche secondo il suo tracciato.
https://www.medra.org/stdoc/CR_DOI_Deposit_Requirements_Recommendations_IT_v1.0.pdf
https://www.medra.org/stdoc/CR_Citations_Requirements_Recommendations_IT_v1.0.pdf
Infine, una curiosità sui DOI: esiste il servizio ShortDoi che offre l’opportunità di creare un alias più corto, da associare ad un certo DOI e da utilizzare nei link e nelle mail; lo ShortDOI non è di per sé un DOI e quindi non deve rispettare la sintassi prevista per i DOI, ma risolve l’indirizzo puntando al DOI associato.
http://shortdoi.org/
Per approfondimenti sul DOI:
https://www.academic-publishing-services.it/doi-non-doi/