Il DOI (Digital Object Identifier) è un link persistente che punta ad un pezzo di informazione digitale accessibile in rete; può essere un articolo, una pagina web, una tabella, un intero libro…
È costituito da due parti: un prefisso, assegnato alla società/istituzione registrante da un’Agenzia di registrazione (al momento sono 10 quelle abilitate), e un suffisso, gestito liberamente dalla società registrante nel rispetto dell’univocità e di poche altre regole.
Analogamente a quanto accade per la registrazione dei nomi a dominio, perché l’assegnazione di un DOI sia efficace e venga quindi “risolta” in rete, occorre che essa sia registrata opportunamente nel registro; questo passa attraverso il servizio che le Agenzie di registrazione offrono… e facendosi pagare!
Ogni Agenzia di registrazione espone ben in evidenza sul proprio sito i servizi offerti, i costi previsti e le regole da rispettare. Ad esempio CrossRef chiede di associarsi, pagando una quota annuale a seconda del fatturato del richiedente; inoltre il richiedente si impegna a registrare TUTTI i contenuti digitali delle riviste pubblicate, corredando ciascun articolo dei metadati previsti dallo schema adottato da Crossref; Medra invece stabilisce un canone annuale basato sul numero dei DOI registrati e adotta lo schema ONIX di metadati. Qualsiasi Agenzia richiede che sia garantita la persistenza e la risoluzione del link collegato al DOI, di modo che la risorsa associata sia davvero disponibile.
Da queste semplici note si può intuire che non è assolutamente facile capire quale Agenzia scegliere e nemmeno quanto sarà il costo reale di questa operazione, in quanto il costo reale sarà non soltanto dato dal costo del DOI ma soprattutto dal costo di gestione del DOI, nel senso della creazione e mantenimento dei metadati e degli obblighi che si prendono al momento della registrazione.
Ma quali sono allora i vantaggi, e perché entrare in questo giro vale la pena?
Registrando un DOI, collegato per esempio ad un articolo scientifico di una rivista, l’esistenza di quell’articolo diventa immediatamente disponibile nella rete di tutti gli aggregatori. I metadati saranno interrogabili insieme a quelli di altri 100 milioni di articoli, e potrà quindi essere citato (attraverso il DOI) creando quel tessuto di relazioni tra autori, articoli e contenuti che è alla base di tutti i sistemi bibliometrici di valutazione della ricerca scientifica, e dei nuovi sistemi altmetrici.
In questa direzione va compresa la rapida ascesa del codice ORCID – che assegna un identificatore univoco a ciascun soggetto della ricerca scientifica (ricercatore, università, istituzione…) – e che consente, in abbinamento all’uso del DOI, di tracciare progetti di ricerca, finanziamenti, università, autori, articoli, in un circuito di relazioni accessibili a tutti attraverso interfacce web di consultazione.
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