Come è noto, l’embargo è un periodo di tempo, di durata variabile, durante il quale un certo contenuto è soggetto ad una restrizione di accesso (normalmente, durante l’embargo la risorsa è a pagamento o riservata agli abbonati). Superato l’embargo, la risorsa diventa ad accesso aperto, sotto una certa licenza.
Può capitare anche che durante l’embargo esista una differente versione della risorsa disponibile ad accesso aperto, come ad esempio può accadere per gli Articoli di una rivista, dove la versione finale è pubblicata in abbonamento, e la versione accettata per la pubblicazione è disponibile in un repository (Green OA). Oppure che per un periodo limitato, si metta a disposizione la risorsa gratuitamente, sotto certe licenze di utilizzo.
Questa situazione, dal punto di vista della comunicazione, non è semplice da gestire; spesso gli editori optano per descrivere in una pagina apposita, sul loro sito, tutte le specifiche tecniche e legali; nella costruzione dei metadati per l’assegnazione del DOI (o per la distribuzione sugli aggregatori) viene utilizzato il tag <licence_ref> per inserire l’URL della pagina descrittiva, e il problema sembra essere risolto.
Tuttavia, questa soluzione, se di rapida implementazione, rappresenta una implementazione totalmente inadeguata per la leggibilità e il riutilizzo pratico della risorsa, in quanto nei metadati manca ogni rifermento “leggibile da un computer” che consenta ad esempio di classificare la risorsa.
Per superare questo problema, che interessa sia le Monografie (pubblicate su supporti differenti con licenze differenti) che gli Articoli (pubblicati in Versioni differenti, con licenze differenti) di recente CrossRef ha rilasciato delle linee guida tecniche per la compilazione dei metadati.
L’idea di fondo è quella che al deposito dei metadati (al momento della pubblicazione) siano inserite da subito tutte le indicazioni, senza dover costringere ad un secondo invio o a successivi aggiornamenti.
In questo modo, quindi, occorrerà inserire una serie di blocchi ripetibili di informazioni, ciascun blocco contenente indicazioni sul supporto/versione, sulle date e sulla licenza di accesso. Sarà sempre possibile aggiungere il link alla pagina di dettaglio, ma i metadati dovranno essere molto più ricchi e strutturati, per descrivere essi stessi secondo specifiche ben precise, la presenza dell’embargo e le licenze.
Adottare questa strutturazione nei metadati ha ovviamente un costo, ma presto diventerà un obbligo soprattutto nella rendicontazione dei progetti finanziati che richiedono la pubblicazione ad accesso aperto, e obbligano la possibilità di verifica automatica tramite i metadati.
per approfondire
CrossRef best practices