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Editoriale versus “Position paper”

Scritto da Martina Iuliano

 

L’Editoriale e il position paper  sono due tipologie di articolo – rintracciabili nelle riviste accademiche – che presentano caratteristiche analoghe, soprattutto nella forma d’esposizione del contenuto, ma differiscono altresì su alcuni aspetti.

  1. In merito alle differenze, la prima, di carattere più meramente “strutturale”, riguarda la posizione[1] che essi occupano all’interno della pubblicazione periodica nella quale sono inseriti. Mentre infatti l’editoriale occupa sempre il posto iniziale all’interno della rivista, precedendo tutti gli altri articoli e contributi, il position paper non ha tale priorità, e si può trovare in “luoghi” diversi della rivista.
  2. In realtà, a questo aspetto, apparentemente ed esclusivamente d’impaginazione, è legato il secondo elemento che contraddistingue le due tipologie. Esso riguarda l’autore dell’articolo . Mentre infatti l’editoriale è tradizionalmente[2] a firma del direttore, o ad altra firma prestigiosa che rappresenti la pubblicazione (da qui anche la posizione iniziale), diversamente, il position paper è una tipologia di articolo che non ha tale prerogativa. L’autorevolezza sicuramente riconosciuta, o il prestigio dell’autore non sono condicio sine qua non per la sua stesura. Il position paper, infatti, è un contributo che presenta il punto di vista – la presa di posizione come suggerisce il nome stesso – da parte dell’autore in merito a un determinato argomento.
    Può essere considerato position paper, dunque, sia l’articolo scritto dal direttore che intende prendere parte a una determinata querelle mettendo nero su bianco la sua opinione; sia l’articolo scritto su un dato tema da un autore x che intende esporre la propria teoria (con ogni evidenza ancora non supportata da dati o ricerche concluse, poiché, stanti invece così le cose, si tratterebbe di un articolo scientifico a tutti gli effetti); sia il parere professionale di un addetto ai lavori su un tema del proprio settore.

Che si tratti di editoriale o di position paper, in termini di contenuti al centro vi è in ogni caso la soggettività – intesa come opinione personale – dell’autore, che la elabora per esprimere, con argomentazioni – di solito – autorevoli e ponderate, le proprie idee, affinché queste possano essere proficue per riflessioni ulteriori, ed esterne.

 

[1] Tale differenza riguarda, ovviamente, gli articoli inseriti all’interno di una rivista strutturata come tale. Diverso è il discorso se si parla di altri contesti di divulgazione, e.g. i Blog, nei quali la gerarchia è differentemente gestita.

[2] Come a tutte le regole vi sono, anche in questo caso, le eccezioni. Allontanandosi dall’editoria accademica e guardando all’editoria in senso lato, oggi le redazioni di alcuni grandi gruppi editoriali hanno a disposizione un intero gruppo di editorialisti. Ragion per cui la stesura di editoriali non è più, o non solo prerogativa del direttore.

 

Autore

Martina Iuliano

Laureata in Lettere moderne, con un master in Informatica del testo ed edizione elettronica, si occupa di promozione e valorizzazione dei contenuti dell’Editoria Accademica e di Digital Humanities; partecipa a diversi progetti editoriali innovativi con alcune istituzioni universitarie, ed è presenza attiva nel mondo dell’associazionismo politico e culturale.