L’Editoriale e il position paper sono due tipologie di articolo – rintracciabili nelle riviste accademiche – che presentano caratteristiche analoghe, soprattutto nella forma d’esposizione del contenuto, ma differiscono altresì su alcuni aspetti.
- In merito alle differenze, la prima, di carattere più meramente “strutturale”, riguarda la posizione[1] che essi occupano all’interno della pubblicazione periodica nella quale sono inseriti. Mentre infatti l’editoriale occupa sempre il posto iniziale all’interno della rivista, precedendo tutti gli altri articoli e contributi, il position paper non ha tale priorità, e si può trovare in “luoghi” diversi della rivista.
- In realtà, a questo aspetto, apparentemente ed esclusivamente d’impaginazione, è legato il secondo elemento che contraddistingue le due tipologie. Esso riguarda l’autore dell’articolo . Mentre infatti l’editoriale è tradizionalmente[2] a firma del direttore, o ad altra firma prestigiosa che rappresenti la pubblicazione (da qui anche la posizione iniziale), diversamente, il position paper è una tipologia di articolo che non ha tale prerogativa. L’autorevolezza sicuramente riconosciuta, o il prestigio dell’autore non sono condicio sine qua non per la sua stesura. Il position paper, infatti, è un contributo che presenta il punto di vista – la presa di posizione come suggerisce il nome stesso – da parte dell’autore in merito a un determinato argomento.
Può essere considerato position paper, dunque, sia l’articolo scritto dal direttore che intende prendere parte a una determinata querelle mettendo nero su bianco la sua opinione; sia l’articolo scritto su un dato tema da un autore x che intende esporre la propria teoria (con ogni evidenza ancora non supportata da dati o ricerche concluse, poiché, stanti invece così le cose, si tratterebbe di un articolo scientifico a tutti gli effetti); sia il parere professionale di un addetto ai lavori su un tema del proprio settore.
Che si tratti di editoriale o di position paper, in termini di contenuti al centro vi è in ogni caso la soggettività – intesa come opinione personale – dell’autore, che la elabora per esprimere, con argomentazioni – di solito – autorevoli e ponderate, le proprie idee, affinché queste possano essere proficue per riflessioni ulteriori, ed esterne.
[1] Tale differenza riguarda, ovviamente, gli articoli inseriti all’interno di una rivista strutturata come tale. Diverso è il discorso se si parla di altri contesti di divulgazione, e.g. i Blog, nei quali la gerarchia è differentemente gestita.
[2] Come a tutte le regole vi sono, anche in questo caso, le eccezioni. Allontanandosi dall’editoria accademica e guardando all’editoria in senso lato, oggi le redazioni di alcuni grandi gruppi editoriali hanno a disposizione un intero gruppo di editorialisti. Ragion per cui la stesura di editoriali non è più, o non solo prerogativa del direttore.