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Articoli scientifici, appendice: la letteratura grigia

Il presente contributo chiude la serie di approfondimenti sulla letteratura scientifica. Esso verte sulla cosiddetta letteratura grigia, di cui si tratteranno in sequenza i) definizione e formati; ii) proprietà; iii) relazione con le letterature scientifiche primaria e secondaria; iv) strumenti di indicizzazione.

1. Definizione e formati

Così definita in contrapposizione alla letteratura bianca (white literature) dei circuiti tradizionali e alla nera (black) delle reti sommerse, la letteratura grigia (grey literature o GL) è costituita dalla produzione derivante dall’uso della letteratura scientifica primaria (articoli di ricerca) e/o secondaria (articoli rassegna). Essa indicava in origine contributi privi di dati bibliografici identificabili, espressamente destinati agli addetti ai lavori, i soli in grado di risalire alla letteratura secondaria e primaria di pertinenza. Con la diffusione dell’Open Access (Falavigna 2019), la categoria si è man mano allargata, arrivando a comprendere ogni tipologia di contributo divulgativo diverso da articoli di ricerca e review. Ad oggi, la letteratura grigia rappresenta la produzione di conoscenza informale divulgata tramite canali alternativi a libero accesso, una sorta di meta-letteratura comprendente i risultati embrionali della ricerca o dati tecnici funzionali al suo progresso.

Sin dalla sua prima comparsa nella Germania degli anni Settanta come Graue Literatur, la letteratura grigia non è sempre stata definita univocamente, per via dei diversi ambiti disciplinari di applicazione e dei vari canali di diffusione.

Nel più volte citato articolo di Lapeña e Peh, ad esempio, la letteratura grigia non corrisponde alla terziaria, contrariamente a quanto indicato da Elsevier. In quest’ultima rientrerebbero pezzi divulgativi, in particolare entrée enciclopediche o paragrafi/inserti di manuale, mentre nella prima documenti autoritativi emanati da istituti di ricerca e agenzie governative nazionali e internazionali, nonché da autorità locali e aziendali poste al di fuori del tradizionale circuito dell’editoria accademica: proprio per tale natura, la letteratura grigia può costituire un ponte di dialogo tra scienza e industry, accademici e tecnici (Soldani 2019). Brevetti, rapporti tecnici e di ricerca, report statistici, studi di fattibilità, interviste, newsletter, progetti di ricerca, linee guida per metodi di analisi e tecniche di laboratorio, pamphlet, preprint destinati a futura pubblicazione e perfino tweet sono alcuni esempi di letteratura grigia (Serini 2003). Alcuni di questi sono censiti dal Repertorio della Biblioteca Centrale del CNR entro queste sottocategorie (una lista ben più esaustiva di questa viene fornita da GreyNet):

  • Rapporti (preprint, rapporti tecnici, documenti ufficiali, rapporti di avanzamento, relazioni di comitati, di commissioni e di gruppi di studio e di lavoro, rapporti di ricerche di mercato);
  • relazioni e comunicazioni (a congressi, seminari, conferenze);
  • saggi (preprint in attesa di accettazione);
  • statistiche;
  • bibliografie.

In un tale mare magnum, si è tentato di formalizzare delle best practice di scrittura e distribuzione nel 2006 tramite delle linee guida per la produzione di rapporti tecnico-scientifici, note sotto la dicitura di Nancy style e della cui applicazione è stato promotore e partecipante attivo l’Italia con l’Istituto Superiore della Sanità – ISS (De Cadro, Salinetti 2006).

2. Proprietà

La letteratura grigia si distingue

  • per il target di riferimento (il grande pubblico),
  • per la semplificazione del formato di pubblicazione (non più vincolato alla struttura IMRAD,tipica sia degli articoli di ricerca che di alcune tipologie di review),
  • per l’accessibilità del linguaggio e l’essenzialità dell’argomentazione,
  • per l’assenza di peer review e qualità variabile dei risultati pubblicati.

Tra tutti, l’elemento discriminante della letteratura grigia parrebbe essere la fonte o autorità coinvolta. Essa risulta essere estranea ai canali a) del commercio librario e b) della rete accademica tout court. D’altronde, per quanto l’uso dell’espressione letteratura grigia sia oggi disparato a seconda degli ambiti di riferimento (biblioteconomico, documentalistico o scientifico), la natura autoritativa sembra essere distintiva del genere a partire dalla sua prima definizione, data in occasione del Congresso internazionale sulla letteratura grigia (Lussemburgo, 1997), poi aggiornata durante l’ottavo Congresso Harnessing the Power of Grey (New Orleans, 2006): [lettera grigia è ogni] “Informazione prodotta a livello governativo, accademico o industriale, in formato elettronico e cartaceo, non controllata dall’editoria commerciale, cioè da organismi o enti produttori la cui attività principale non sia quella editoriale” (Farace, Frantzen 1998 e 2004).

Prendendo alla lettera tale definizione, si potrebbe far rientrare nel calderone della letteratura grigia anche le pubblicazioni di autori non accademici, dalla limitata circolazione editoriale e dal basso impatto scientifico: tra queste, le tesi di laurea e di dottorato (Schopfel, Rasuli 2018).

Altri due fattori emergono, a connotare la letteratura grigia come categoria a sé stante:

  • la mancata classificazione e catalogazione dei materiali ad essa riferibili da parte delle biblioteche, ancora vincolate all’adozione di standard applicabili a monografie e periodici (Cooper et al. 2019);
  • la penalizzazione che ciò comporta in termini di archiviazione e indicizzazione dell’informazione.

In merito al secondo punto, la definizione data dalle LabGuides dell’University of Exeter è calzante: “The term grey literature is used to describe a wide range of different information that is produced outside of traditional publishing and distribution channels, and which is not well represented in indexing databases” – ragion per cui le linee guida dell’University of Leeds definiscono la letteratura grigia “this hard-to-find material”.

Fanno da contraltare alla presunta carenza di qualità e longevità dell’informazione grigia altre proprietà che possiamo invece considerare positive del genere (così vengono riconosciute dalle Università di Exeter e di Toronto e dall’University College London):

  • la valorizzazione della emerging research e della produzione scientifica di nicchia, non correttamente rappresentata dal mainstream dell’editoria commerciale (uniqueness);
  • l’attualità della documentazione pubblicata, non sottoposta ai tempi lunghi delle certificazioni scientifiche e dei tradizionali processi di lavorazione editoriale (currency);
  • la divulgazione di risultati negativi, difficilmente accolti da riviste scientifiche tradizionali(brand new evidence).

3. Apporto alla letteratura scientifica primaria e secondaria

Diversi studi hanno cercato di quantificare l’apporto della grey literature alla produzione di letteratura scientifica primaria e secondaria delle varie aree disciplinari. In questi, vengono analizzati vantaggi e svantaggi della letteratura grigia nell’ecosistema della produzione accademica e si sottolinea la necessità d’uso dei meta-documenti dell’attività di ricerca, specie in quelle discipline nelle quali i risultati provvisori hanno maggiore impatto che in altre (già Pappas, Williams 2011).

Per quanto l’uso di informazioni grigie stia diventando sempre di più capillare, la qualità del loro apporto è ancora discutibile: nell’ingegneria informatica, ad esempio, risulta che, dal 2011 al 2021, su 446 studi presi a campione, 126 citano letteratura grigia e solo 95 di essi per rispondere a specifici quesiti scientifici (Kamei et al. 2021; Garousi et al. 2020). Un’indagine più trasversale sull’uso del termine e del concetto di letteratura grigia negli articoli di ricerca mostra i risultati di un’analisi scientometrica condotta su circa 1.606 articoli indicizzati nel 2018 in Scopus. I risultati non si discostano da quanto emerso per l’ingegneria informatica (Schöpfel, Prost 2021): anche se in costante aumento, la percentuale di articoli scientifici che menzionano letteratura grigia è molto bassa (0,05%) e relativa principalmente al settore delle scienze biomediche. La tipologia di articolo che sembrerebbe fare un uso estensivo della letteratura grigia è la systematic review, basata spesso su materiale unpublished, not peer reviewed e/o not in database.

Ai fini della disseminazione della conoscenza, si è abbastanza concordi nel ritenere, al di là di rilevazioni statistiche, che la letteratura grigia non potrà che avere un ruolo sempre più importante nell’evoluzione della ricerca scientifica. Tanto importante da dare luogo a un nuovo genere scientifico, a metà strada tra la white e la grey literature: si tratta del Multivocal Literature Review (Garousi et al. 2019), una specie di systematic literature review che include sia elementi tipici della letteratura grigia (post, report, video) che tratti propri della letteratura bianca, in particolare degli articoli scientifici.

4. Strumenti e repertori

Proprio per ovviare al problema della scarsa reperibilità e centralizzazione della documentazione grigia, è nata in Italia l’iniziativa SOLAR (System for Information on Grey Literature in Europe) del Repertorio della Biblioteca Centrale del CNR nell’ambito del network europeo OpenGray: si tratta di un open-archive, curato dall’INIST-CNRS e non più aggiornato dall’estate del 2021, nel quale sono censiti i riferimenti bibliografici relativi alla letteratura grigia europea e di cui la Biblioteca “G. Marconi” è attualmente Centro Nazionale di Riferimento per il versante italiano.

Il Repertorio italiano permette a ciascun utente di acquisire il documento grigio messo a disposizione dalla singola struttura aderente, all’interno di un repertorio centralizzato aggiornato a cadenza mensile. A supporto degli utenti – professionisti, tecnici, studenti e accademici – è stata similmente prodotta dal CNR GreyGuide – Repository and Portal to Good Practices and Resources in Grey Literature.

Tra gli strumenti in via di diffusione per la classificazione, tipizzazione e reperibilità della letteratura grigia, eccezion fatta per Google Scholar, si ricordano anche

L’University College London aggiunge all’elenco degli strumenti utili (selezione):

Spicca rispetto a tutti questi Policy Commons, repository della letteratura grigia prodotta/depositata da più di 24.000 organizzazioni al mondo, con oltre 3.000.000 di pubblicazioni su più di 3.000 argomenti. Pensata per promuovere i risultati della ricerca diffusi dalle principali istituzioni di politica mondiale e ONG, la piattaforma conserva e diffonde un sottoinsieme della letteratura grigia, ossia il think-tank publishing, inteso come corpus scientifico a sé stante in grado di essere reperito, citato, misurato e preservato a lungo termine, esattamente come avviene per la letteratura scientifica primaria.

Al contrario di quanto accade per le scienze sociali – l’unico tool per la letteratura grigia del settore sembra essere SSRN – Social Science Research Network –, un microsistema a parte sembra essersi sviluppato attorno alla ricerca della letteratura grigia di ambito biomedico, soprattutto statunitense. Oltre a OpenGray, valido esclusivamente per l’area europea, e al più noto PubMed, diversi collector raccolgono e censiscono dati bibliografici e informazioni grigie relative al settore clinico, tra cui Grey Matters: a practical tool for searching health-related grey literature. In ambiente statunitense si ricordano:

Conclusioni

La definizione univoca di letteratura grigia è problematica, trattandosi di una categoria in perenne mutamento e destinata ad accogliere tutto ciò che non può essere compreso nelle categorie scientifiche ordinarie. Lo scopo principale di chi scrive e produce letteratura grigia è la disseminazione; eppure, molti dei prodotti della ricerca definibili “grigi” non trovano ad oggi un’adeguata collocazione nelle griglie della VQR. Dopo aver affrontato il tema della definizione non sempre univoca di letteratura grigia, si è passati ad elencare le proprietà fondamentali. Tra queste, l’assenza di validazione scientifica risulta essere la più eclatante, messa in discussione più di recente nel 21esimo congresso sulla letteratura grigia tenutosi nel 2019, intitolato per l’appunto Publishing Grey Literature opens up the Review Process. Le conclusioni a cui sono giunte recenti analisi scientometriche hanno permesso di chiarire il rapporto tra la letteratura grigia e le letterature scientifiche primaria e secondaria. Esso risulta essere in costante incfemento, al punto da portare al concepimento di nuovi generi di scrittura scientifica (Multivocal Literature Review), in grado di attualizzare lo schema delle categorie madri discusse nel primo dei nostri contributi.

Approfondimenti

Cooper, K., Marsolek, W., Riegelman, A., Farrell, S., Kelly, J. 2019. “Grey Literature: Use, Creation, and Citation Habits of Faculty Researchers across Disciplines.” Journal of Librarianship and Scholarly Communication 7/1, 1-25. DOI: https://doi.org/10.7710/2162-3309.2314

De Castro, P., Salinetti, S. 2006. “Uniform requirements” for grey literature: A proposal for the adoption of “Nancy style.” Publishing Research Quarterly 22, 12–17. DOI: https://doi.org/10.1007/s12109-006-0003-7.

Falavigna, G. 2019. “Il ruolo della Grey Literature e della lettera-tura scientifica nella diffusione della conoscenza.” Quaderni IRCrES-CNR 4/1, 45-58. DOI: http://dx.doi.org/10.23760/2499-6661.2019.003.

Farace, D. J.,, Frantzen, J. 1998. Grey Literature Network Service. Amsterdam: GreyNet/TransAtlantic.

Farace, D. J., Frantzen, J. 2004. Sixth international conference on grey literature: work on grey in progress. In Grey literature 2004 conference proceedings. Amsterdam: TextRelease.

Garousi, V., Felderer, M., Mäntylä, M. V. 2019. “Guidelines for including grey literature and conducting multivocal literature reviews in software engineering.” Information and Software Technology 106: 101-12.

Garousi, V., Felderer, M., Mäntylä, M.V., Rainer, A. 2020. “Benefitting from the Grey Literature in Software Engineering Research”. In: Felderer, M., Travassos, G. (eds.) Contemporary Empirical Methods in Software Engineering. Springer, Cham, 385-413. DOI: https://doi.org/10.1007/978-3-030-32489-6_14.

Kamei, F., Wiese, I., Lima, C., Polato, I., Nepomuceno, V., Ferreira, W., Ribeiro, M., Pena, C., Cartaxo, P., Pinto, G., Soares, S. 2021. “Grey Literature in Software Engineering: A critical review.” Information and Software Technology 138, 1-29. DOI: https://doi.org/10.1016/j.infsof.2021.106609.

Lapeña, J.F.F., Peh, W.C. 2019. “Various Types of Scientific Articles.” In M. Shoja, A. Arynchyna, M. Loukas, A.V. D’Antoni, S.M. Buerger, M. Karl and R.S. Tubbs (eds.), A Guide to the Scientific Career. DOI: https://doi.org/10.1002/9781118907283.ch37

Pappas, C., Williams, I. 2011. “Grey literature: its emerging importance.” Journal of Hospital Librarianship 11/3, 228-234.

Serini, P. 2003. “Attualità della letteratura grigia.” Biblioteche oggi 21/1, 61-73.

Schöpfel, J.,  Rasuli, B. 2018. “Are electronic theses and dissertations (still) grey literature in the digital age? A FAIR debate.” The Electronic Library 36/2, 208-219. DOI: https://doi.org/10.1108/EL-02-2017-0039.

Schöpfel, J., Prost, H. 2021. “How scientific papers mention grey literature: a scientometric study based on Scopus data.” Collection and Curation 40/3, 77-82. DOI: https://doi.org/10.1108/CC-12-2019-0044

Soldani, J. 2019. “Grey Literature: A Safe Bridge Between Academy and Industry?” ACM SIGSOFT Software Engineering Notes 44/3, 11–12. DOI: https://doi.org/10.1145/3356773.3356776.

Autore

Eleonora Colangelo

Dottoressa di ricerca in Scienze dell'antichità e archeologia dell'Université de Paris e l'Università di Pisa, è coordinatrice di progetto in digital humanities ed editoria accademica presso Progettinrete, Firenze, in cui si occupa di diffusione e promozione della ricerca scientifica.