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Pubblicare in Open Access con qualità

Scritto da Giovanni Salucci

In tutte le discussioni e contributi sui costi della editoria accademica è difficile trovare qualcuno che affermi che gli attuali costi di sistema siano ragionevoli;  l’esplosione del costo degli abbonamenti e la politica aggressiva e di predominio dei “big publisher” sono dati di fatto inoppugnabili.

Una lettura semplicistica della attuale situazione, che tuttavia  trova molteplici sostenitori, presenta gli editori scientifici come esclusivamente dei parassiti, che lucrano sul bisogno di pubblicare da parte dei ricercatori, e prosciugano il sistema universitario di risorse che sarebbe necessario destinare altrove; in questo modo, ovviamente, si riconducono tutte le situazioni ad un unico scenario, tipicamente quello che fa riferimento al  grande editore monopolistico, senza tenere conto che ci sono una moltitudine di piccoli editori e university press che svolgono un servizio rilevante a prezzi onesti e sostenibili; essi pubblicano spesso volumi e riviste ad accesso aperto, con una apprezzabile qualità, a servizio degli autori e dei lettori.

Per favorire l’emergere di nuove discussioni circa la sostenibilità, i costi e la qualità della pubblicazione di articoli e monografie ad accesso aperto (come richiesto da Plan_S ma più in generale dal contesto economico e politico universitario) presentiamo in questo breve articolo alcuni spunti basati sulla nostra esperienza editoriale e sui dati (pochi e non sempre facilmente interpretabili) diffusi nell’ultimo periodo. Vediamo quindi quali sono le attività necessarie per pubblicare una rivista o una monografia, organizzate e raggruppate secondo le principali fasi della filiera editoriale.

Acquisizione e pianificazione (politica editoriale, arruolamento comitato scientifico e gestione rivista, ISSN, definizione e controllo delle linee guida e dei risultati, promozione scientifica, raggiungimento di obbiettivi strategici tipo IF, scelta dei fornitori, pianificazione strategica, definizione di copyright e licenze, definizione delle policy varie: codice di condotta, conflitto di interessi…)

Valutazione scientifica (controllo antiplagio, peer review, arruolamento e gestione  del comitato scientifico e dei reviewer, formazione e controllo dei reviewer, definizione delle policy editoriali, definizione e mantenimento del codice etico, rapporto con gli autori per le submission, gestione delle submission in tutte le fasi, contratto e licenza di pubblicazione)

Valutazione economica e gestione amministrativa (definizione del modello economico, acquisizione delle risorse, pratiche amministrative di finanziamento, riscossione degli APC e contributi, gestione delle gratuità e sconti, gestione dei fornitori e dei buoni d’ordine, controllo della produzione e delle fatture passive, pagamenti)

Produzione editoriale (definizione delle caratteristiche editoriali, definizione del flusso di produzione, editing, impaginazione, grafica, realizzazione di più formati, gestione in XML controllo della pubblicazione, rispetto delle scadenze, gestione bozze, rapporti con gli autori e la redazione)

Diffusione e promozione (metadata, tagging, gestione ISBN e DOI, social marketing, internet marketing, gestione del sito internet e del catalogo, comunicati stampa e relazioni con i mezzi di comunicazione, deposito e archiviazione, interazione con gli utenti, analisi e generazione della statistiche)

Vendite, spedizioni (eventuale gestione del cartaceo, degli ordini, spedizioni, resi. Gestione del magazzino e dei distributori, fatturazione attiva, incassi, eventuali royalties e pagamenti…)

Attività e costi generali (supporto informatico e tecnologico, supporto legale, supporto amministrativo, supporto finanziario, supporto logistico, supporto fiscale)

Se si decidesse di esaminare ciascuna area ad un livello di dettaglio ancora più approfondito, si otterrebbe una lista di più di 100 differenti attività; ovviamente non tutte sono necessarie per ciascuna rivista (o monografia), ma molte di queste sono indispensabili se si vuole pubblicare con qualità.

Da editore a editore, e anche da rivista a rivista, è possibile scorgere differenze sostanziali non solo nelle attività svolte o non svolte, ma soprattutto nelle modalità con cui sono effettuate.

Ad esempio, tra il pdf di un articolo generato dall’autore stesso a partire dal suo articolo in MSWord e il PDF generato da un impaginatore professionale con Adobe Indesign che impagina il file editato in precedenza da una redazione, e ancora da quello generato a partire dal file XML dell’articolo marcato in formato JATS e salvato in PDF utilizzando un convertitore professionale ci sono tantissime differenze qualitative ma soprattutto di filiera e di lavorazioni applicate; tuttavia questa differenza non sempre viene facilmente riconosciuta non solo dal lettore tipico, ma a volte anche da alcuni interlocutori della filiera editoriale.

Lo svolgimento delle varie attività implica l’uso di tecnologie ma soprattutto  di persone al lavoro, ed una loro retribuzione; in molti casi gli editori possono usufruire di personale già stipendiato, o retribuito al di sotto del costo di mercato, o che svolge gratuitamente l’attività assegnata: quanto più ci si affida a tali soluzioni, tanto più si corre il rischio di realizzare una situazione non sostenibile nel tempo, così come di abbassare la qualità finale della pubblicazione.

In un prossimo intervento vedremo quali sono i costi tipici, e i prezzi di mercato a cui sono venduti questi servizi.

Autore

Giovanni Salucci

Vive a Firenze, CEO di Progettinrete, si occupa di editoria accademica, di innovazione nei processi editoriali delle university press e di tutto ciò che riguarda la definizione dei flussi, la raccolta, gestione, archiviazione, indicizzazione, ricerca e distribuzione dell’informazione. Dal 2021 è docente di Laboratorio di editoria digitale all'Università di Firenze.