Il mese di settembre comincia con il botto, per quanto riguarda l’Open Access: un nutrito gruppo di Funder europei (qui l’elenco completo) lancia una iniziativa denominata Coalition-S con la quale dichiara di voler creare una accelerazione verso il raggiungimento dell’obbiettivo 2020 di rendere disponibile in Open Access tutta la letteratura scientifica finanziata con contributi pubblici.
L’iniziativa tenta di “mettere pressione” addosso agli editori commerciali che monopolizzano il mercato della Scholarly Communication, mettendo dei paletti e dei vincoli che contrastano le attuali politiche editoriali di questi soggetti.
I principi programmatici alla base della coalizione sono enunciati nel cosiddetto Plan-S, sono molto precisi nel loro intento anche se in certi casi non è ancora indicato nel dettaglio come si comporteranno realmente gli Enti che hanno sottoscritto il piano nella applicazione di tali punti.
La pubblicazione dei 10 punti ha suscitato ( e susciterà) ampi dibattiti con prese di posizione da parte dei soggetti della Editoria Scientifica Accademica anche totalmente ostili, o contrari in parte, accanto a manifestazioni di entusiasmo per la nettezza della posizione assunta.
I punti che suscitano maggior interesse sono:
- il copyright degli articoli deve essere assegnato all’Autore
- gli articoli devono essere pubblicati su riviste Open Access, ma le riviste ibride non sono ammesse
- è previsto un rimborso degli APC per la pubblicazione, con un tetto massimo e con tariffe da standardizzare
Per completare l’informazione, occorre considerare che nel 2017 l’insieme degli Enti finanziatori della coalizione ha finanziato ricerche (come si vede nel seguente riepilogo) che hanno dato luogo alla pubblicazione di quasi 70.000 articoli scientifici in Europa; la metà di essi proviene dalla Gran Bretagna.