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Workflow di pubblicazione: introduzione. I parte

Scritto da Giovanni Salucci

Nella pubblicazione di articoli e monografie scientifiche, il PDF ha sempre rappresentato il supporto standard predefinito. Tale scelta, sebbene giustificabile nell’editoria accademica quando il flusso prevalente era (o è) rappresentato dal supporto cartaceo, tuttavia si è mantenuta stabile anche nei casi in cui ci sia solamente una uscita digitale.
I motivi di questa situazione stanno principalmente nel fatto che il PDF è un supporto molto diffuso e facilmente ottenibile da qualsiasi programma di impaginazione o scrittura; inoltre, essendo pensato per la stampa, il PDF garantisce un’alta qualità tipografica e una restituzione pressoché identica a seconda dei dispositivi utilizzati.
Tuttavia il PDF può essere considerato al massimo come un supporto finale di pubblicazione, ma non certo un formato di lavoro, in quanto l’informazione in esso contenuta non è facilmente estraibile né strutturata e marcata, come si richiede durante la lavorazione.
Nella implementazione di un workflow, occorre avere ben chiaro innanzitutto chi gestisce l’informazione (il punto di partenza) e cosa occorre produrre (il punto di arrivo); nel caso della pubblicazione scientifica quest’ultimo è rappresentato, come già detto, da un PDF (più o meno “enriched”) e da uno o più set di file XML (contenenti i metadati necessari per la distribuzione e disseminazione, come ad esempio la registrazione del DOI). E chi gestisce l’informazione all’inizio della filiera, senza alcun dubbio, è l’Autore. Tutti i workflow, quindi, disegnano i possibili flussi per trasformare l’informazione (il contenuto da pubblicare e disseminare) e pubblicarla e distribuirla nel modo più efficiente, secondo certi standard di qualità definiti nel flusso stesso.
La prima decisione da prendere è quindi quella riguardo al ruolo dell’Autore: fin dove è possibile, opportuno o conveniente lasciare la gestione all’Autore, e dove e quando interviene l’Editore?
Nella editoria accademica si registrano posizioni davvero differenti, non soltanto tra settori scientifici differenti, ma anche tra editore ed editore, e persino tra riviste o collane dello stesso Editore, come vedremo nel prossimo articolo.

Autore

Giovanni Salucci

Vive a Firenze, CEO di Progettinrete, si occupa di editoria accademica, di innovazione nei processi editoriali delle university press e di tutto ciò che riguarda la definizione dei flussi, la raccolta, gestione, archiviazione, indicizzazione, ricerca e distribuzione dell’informazione. Dal 2021 è docente di Laboratorio di editoria digitale all'Università di Firenze.