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Open Access: una definizione controversa

Scritto da Giovanni Salucci

In questi giorni troviamo in rete, sui principali blog e siti di editoria accademica, molti contributi aventi più o meno lo stesso tema: trovare una definizione comune al concetto di Open Access.

Sembra incredibile che passati quindici anni dalla comparsa del termine, ci si renda conto solo oggi che ancora non esiste un concetto chiaro e condiviso su cosa sia davvero l’Open Access; difficile costruire un modello economico, una linea guida, una prospettiva di evoluzione del fenomeno se neanche la sua definizione è certa.

Sintetizzando le riflessioni, anche notevoli, che emergono dai vari articoli usciti recentemente, possiamo identificare molteplici dimensioni appartenenti al concetto di Open Access che necessitano un chiarimento, o almeno una presa di posizione definita; per semplicità sono esposte in una lista ma evidentemente queste dimensioni sono collegate fra loro e devono essere armonizzate in uno scenario unitario.

  • Il concetto stesso: è da intendersi come un modello di distribuzione, oppure come un modello di pubblicazione?
  • Ambito di attuazione: si applica solamente agli articoli scientifici e alle Riviste, oppure anche alle monografie e ad altri tipi di risultati della ricerca scientifica? Inoltre, si applica ad una manifestazione (ad esempio un certo supporto di pubblicazione) oppure a tutte le manifestazioni pubblicate o da pubblicarsi?
  • Copyright: chi detiene i diritti? sono gli stessi per le varie manifestazioni? Variano col tempo?
  • Politiche di Accesso: accesso gratuito immediato, dopo un embargo, diverse a seconda delle manifestazioni, a seconda delle versioni?
  • Riuso: quali diritti sono concessi agli utenti utilizzatori? Quali licenze CC utilizzare?
  • Sostenibilità economica: come si sostiene economicamente?

Scorrendo la lista si può notare come mai la situazione sia molto incerta; a complicare lo scenario occorre tenere in considerazione che i soggetti interessati sono numerosi: i Governi e le Istituzioni, gli Autori, gli Editori e le University Press, le Società scientifiche, le Università e i Centri di Ricerca, le Biblioteche universitarie, i Finanziatori, i Comitati scientifici e di Valutazione, i Revisori, i Ricercatori in quanto utilizzatori. Ciascuna di queste categorie di Utenti ha interessi specifici spesso in contrasto con quelli di altre categorie; è possibile inoltre che all’interno della stessa categoria possano esserci posizioni anche molto discordanti (si pensi ad esempio alle opinioni che si trovano tra Autori differenti sulla opportunità di concedere una licenza di riuso più o meno ampia al proprio lavoro).

Vedremo se e come sarà trovato un terreno comune, partendo da una definizione condivisa e da un elenco non contraddittorio di buone pratiche; al momento occorre registrare che siamo lontani da questa situazione: paradossalmente un oppositore e un sostenitore dell’Open Access  potrebbero essere in contrasto tra loro solamente perché non si stanno riferendo allo stesso concetto!

Per approfondire
Diversity in the Open Access Movement
The NIH Public Access Policy 
What We Tell Society Publishers About Open Access
Differing Goals

Autore

Giovanni Salucci

Vive a Firenze, CEO di Progettinrete, si occupa di editoria accademica, di innovazione nei processi editoriali delle university press e di tutto ciò che riguarda la definizione dei flussi, la raccolta, gestione, archiviazione, indicizzazione, ricerca e distribuzione dell’informazione. Dal 2021 è docente di Laboratorio di editoria digitale all'Università di Firenze.